Di decorazioni e cornicette

Oggi ho fatto mente locale su un dettaglio della vita scolastica dei miei studenti che già avevo notato, ma che non mi aveva suscitato pensieri particolari: alcuni di loro (un discreto numero di loro) hanno l’abitudine di prendere appunti, fare schemi o in generale di scrivere sul loro quaderno con un’attenzione all’impaginazione grafica e all’aspetto estetico veramente sorprendenti.

Titoli colorati, ombreggiature, inchiostri colorati, grafie posatissime e graziosissime rendono il quaderno un piacere da sfogliare. Alcuni, o forse dovrei dire alcune perché mi pare di notare che ci sia una prevalenza femminile in questa cosa, hanno un talento davvero particolare, e grande creatività.

Però devo confessarlo: a me questa cosa sembra un problema. E spiego perché. Prendere appunti durante una spiegazione, o durante un documentario, dev’essere un’azione rapida, capace di tenere il filo del discorso.

Allo stesso modo, se un professore ha chiesto di elaborare uno schema o una scaletta da utilizzare poi per altre attività, non puoi perdere su tale schema, o per lo meno sulla sua parte estetica, troppo tempo: quello che impieghi nella calligrafia lo perdi nel merito del lavoro.

Eppure c’è una devozione diffusa e profonda per gli appunti e gli schemi perfetti. Pur ammirandone la creatività (e dico sul serio, non avete idea di cosa si riesce a fare con una bic e con degli evidenziatori), io credo di preferire quelli scarni, veloci, sbaffati e manipolati, purché chiari. Sintetici, ficcanti, dritti al punto.

Il resto, temo, è distrazione. Eppure ho come l’impressione -ma davvero è solo un’impressione- che possa esserci una sorta di compiacenza verso qualcosa che alla fine non può che definirsi bello, elegante, creativo, prova di una giudiziosa serietà e anche di dedizione al lavoro.

Il problema è che tutto ciò non è utile all’apprendimento, anzi, a causa del tempo e delle energie che richiede si può essere sicuri che distragga da esso. Quindi -dato che il tempo è tiranno- la mia impressione è che sia meglio lasciar perdere.