Le reazioni al mio pezzo su Tecnica della Scuola

Quel che sto capendo dalle critiche al mio articolo

Ieri Tecnica della Scuola ha gentilmente pubblicato una mia riflessione su quelli che a me sono sembrati dei grossi limiti su molte delle tracce della prima prova di quest’anno (ma il discorso si potrebbe facilmente ampliare). In particolare dicevo questo:

I temi sono impostati per produrre banalità e conformismo. Il brano di Sacks è una bella celebrazione della musica (con un interessante rimando a A.C. Clarke), ma poi esattamente uno cosa dovrebbe dire? Che la musica è bella? E’ possibile e ragionevole argomentare qualche cosa che non sia un’adesione al testo proposto?

La mia idea di tema di italiano è che agli studenti venga proposto uno spunto su cui possano esprimere, e soprattutto articolare, la loro opinione.

E un’opinione devono avercela, e sarebbe bello fosse personale. In altre parole, sarebbe il caso di dare tracce aperte in cui l’opinione degli studenti effettivamente ci interessa e loro possono esprimerla apertamente.

Se gli chiediamo semplicemente di glossare su argomenti già ampiamente stabiliti e dimostrati, cosa ci si aspetta che venga fuori? Alcune delle critiche all’articolo rispondono a questa mia domanda in maniera coerente: “Saranno gli studenti a far venire fuori qualcosa di originale, fidati”.

Io mi fido senz’altro, ma se ragioniamo così, basta mettere tracce a caso, scelte alla buona, e va tutto bene lo stesso. Io mi aspetterei qualcosa di più dal Ministero, e anche dai docenti vorrei una valutazione meno romantica dello sforzo richiesto agli studenti in sede d’esame. In ogni caso, queste critiche sono minoritarie.

La maggior parte delle critiche che ho letto online invece sottolineano l’importanza dei temi proposti, la loro attualità, se non la loro urgenza.

Benissimo, però una considerazione del genere presuppone che si consideri il compito di italiano come il luogo delle prediche e dei buoni sentimenti e la didattica come un continuo catechismo.

Ma forse non dovrei stupirmi e non dovrei prendermela. La scuola italiana è sempre stata edificante. Però me la prendo lo stesso.

Immagine: Sailko